Sulle tracce della scrittura tra Mesopotamia, Egitto ed Egeo
Se si potesse risalire all’origine della scrittura e mettere a fuoco l’identità di coloro che la praticavano, ci troveremmo di fronte a una società segnata dalla profondità e dalla magia. Louis Godart, nel suo affascinante viaggio attraverso le antiche civiltà, getta una luce unica su quei “custodi della memoria” che erano gli scribi. Questi non erano solo semplici trascrittori, ma veri e propri custodi del sapere, intermediari tra l’umanità e il divino.
Il libro, pubblicato da Einaudi, si snoda attraverso una minuziosa esplorazione della storia della scrittura, partendo dalla Mesopotamia del IV millennio a.C., passando per l’Egitto dei faraoni e giungendo infine alle civiltà egee. Ogni capitolo è come una tappa di un viaggio emozionante, accompagnato da illustrazioni dettagliate che danno vita alle parole.
Godart non si limita a descrivere le varie forme di scrittura, ma si immerge nel ruolo fondamentale degli scribi all’interno delle società antiche. In un mondo in cui la scrittura era considerata quasi magica, lo scriba era molto più di un semplice amanuense: era medico, indovino, e talvolta persino un artista. La sua capacità di trascrivere pensieri, eventi e preghiere su materiali come l’argilla, la pietra o la pergamena, lo rendeva una figura chiave nel tessuto sociale.
Uno dei punti di forza del libro è la rivelazione dell’interconnettività tra le diverse civiltà. Nonostante le distanze geografiche, emerge una sorprendente convergenza nella percezione della scrittura come dono divino, destinato a sollevare l’umanità dalla sua ignoranza. Questa visione sacra della scrittura è ben illustrata dalle numerose rappresentazioni mitologiche e dalle leggende che la circondano.
L’analisi dettagliata delle tavolette di Pilo, insieme alla comparazione tra i diversi sistemi di scrittura come i geroglifici e la scrittura lineare A e B, offre una visione profonda non solo delle tecniche di scrittura, ma anche della sociologia e dell’antropologia dell’epoca. Gli scribi, emerge dal racconto di Godart, non erano semplici burocrati, ma piuttosto membri di un’élite che serviva l’aristocrazia e aveva accesso alle risorse e alle conoscenze dello Stato.
“In un passo di Tucidide, si percepisce l’immenso vantaggio rappresentato dall’invio di una lettera rispetto alla trasmissione di un messaggio orale” – Louis Godart
La profusione di dettagli e la profondità di ricerca rendono “I custodi della memoria” un’opera monumentale nel suo genere. Godart conduce il lettore attraverso un labirinto di simboli, segni e significati, rendendo ogni pagina un’avventura intellettuale.
Per i non iniziati, alcuni passaggi potrebbero apparire tecnicamente densi, ma la passione dell’autore per il suo soggetto e la sua capacità di tessere insieme storie affascinanti rendono il libro accessibile e coinvolgente.
“I custodi della memoria” è una testimonianza del potere duraturo della scrittura e della sua capacità di connettere culture e epoche diverse. È un tributo agli scribi, coloro che hanno garantito che le parole, le storie e le conoscenze delle antiche civiltà non fossero perdute nel tempo. Godart ha regalato al mondo un’opera maestosa, un viaggio attraverso la storia che risveglia la nostra ammirazione per gli antichi custodi del sapere.